IL TESTAMENTO DEL PORCO - seconda parte - Monaco (Germania) - Carbonia Iglesias Trasgressiva

IL TESTAMENTO DEL PORCO - seconda parte - Monaco (Germania) - Carbonia Iglesias Trasgressiva

Mi ha tirato verso di lui. I suoi occhi erano neri e brillanti. Ha lasciato cadere una mano sulla figa e ha afferrato la clitoride tra due dita strofinandola delicatamente. Sorrideva ogni volta che vedeva la soddisfazione sul mio viso. Andava tutto bene, ma all'improvviso, per pochi secondi, ha morso tutta la vulva rossa tra le mie cosce e io ho urlato di dolore. Poi si è sollevato come se non fosse successo niente, ha sorriso e si è scusato, menandosi elegantemente la minchia corta e grossa. Si è infilato un preservativo e subito dopo mi ha penetrato lentamente in vagina con movimenti ritmici e ripetitivi. Sentivo il suo corpo grasso premere come se mi volesse schiacciare con la sua mascolinità (povero imbecille!), mi bloccava entrambe le mani mordendomi le orecchie e farfugliava frasi in calabrese-siculo: "Bedda bottana.... fessa tedesca... mi fai rizzar 'a minchia cumm a nu picciott...". Era completamente indifferente al mio piacere, come tutti gli altri ragazzi e uomini che mi scopavano. Infatti, dopo meno di 5 minuti, è venuto grugnendo come un porco e scaricando il suo sperma di maiale nel preservativo.
Il rumore dela porta del bagno che si apriva e il telefonino buttato sul letto mi hanno fatto interrompere la pausa di relax e riaprire gli occhi. Ho iniziato a prepararmi per il secondo tempo, quello che di lui mi fa più schifo, cioè una serie di giochetti erotici di depravazione e bondage primitivo. Aveva tutta l'attrezzatura nella valigia Samsonite che si portava appresso e il più gettonato era quello di travestirmi da poliziotta italiana e simulare un arresto di lui (pistola giocattolo compresa). Anche stasera ho dovuto subire questa stupida commedia. Vito è riuscito a strapparmi la pistola, mi immobilizzato e ammanettato al letto per i polsi. Poi mi ha legato anche le caviglie, mi ha spogliato riempiendomi di insulti e mi ha messo la minchia in bocca e la canna della pistola nella figa. Il mio compito è stato quello di fargli un super-pompino e di implorarlo di lasciarmi andare, ma lui, imperturbabile, ha continuato a scoparmi in bocca fino a sborrare.
La prossima volta che chiama gli dico che ho preso una malattia venerea e me lo tolgo definitivamente di torno.

FINE

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