Paola - Carbonia Iglesias Trasgressiva

Paola - Carbonia Iglesias Trasgressiva

Gli accordi erano chiari.
Sarebbe andata da sola, io la avrei seguita con discrezione per evitare che corresse rischi. Aveva perso la scommessa, per cui doveva pagare pegno. Si sarebbe fatta scopare dal primo che ci avrebbe provato.
Il locale era bello e molto frequentato. Il palazzo di origine ottocentesca era immerso in un parco fitto di alberi e vegetazione. C'erano piste da ballo con musica per tutti i gusti, e diversi chioschi per la distribuzione di bevande.
Paola si aggirava da sola per il parco. Era carina senza essere eccessiva, con il suo tubino amaranto.
Si era preparata bene, depilazione totale, crema profumata per il corpo, capelli in ordine. Dimostrava meno dei suoi quaranta anni.
I capezzoli,non avendo indossato reggiseno bucavano il tessuto. Appena visibile l'elastico del perizoma, unico intimo che indossava.
Era evidente che non sarebbe stata sola a lungo, gli uomini che la incrociavano le lanciavano occhiate eloquenti.

Si avvicino' alla pista dei balli latino americani, prese una bibita, si sedette su una panchina a guardare la gente che ballava, restando in attesa degli eventi.

Lui si materializzo' con una certa celerità. Era un uomo sulla quarantina anche lui, sportivamente elegante e abbronzato. La camicia aperta sul torace metteva in mostra un fisico allenato.
Io ero a pochi metri, con aria indifferente li stavo a guardare.
La musica era alta e non capivo le parole, ma la vedevo ridere.
Era allegra perché era stata fortunata. Dovendosi far scopare dal primo che le capitava le era andata bene

L'uomo si sedette vicino a lei e si misero a parlare fitto fitto. Lui era in quella fase imbarazzante, in cui sai che puoi scoparti una donna ma non sai fare il primo passo.

Lo tolse da ogni dubbio lei, appogindogli all'improvviso una mano sul collo e stampandogli le labbra contro le sue.
Le mani di lui si appoggiarono sul ginocchio scoperto, e scorsero rapidamente lungo la coscia fino a palparle il sedere, mentre la sua lingua continuava a scavare la bocca di mia moglie.
Si alzarono e si allontanarono addentrandosi nel boschetto in direzione del parcheggio.
Mentre camminavano, lui le mise più volte la mano sotto il vestito, giocando con l'elastico del perizoma. Io li seguivo a breve distanza, la luce fioca non mi permetteva di vedere bene tutto, ma di intuire quello che facevano.

Raggiunsero un angolo meno illuminato, lui la prese verso di se, le abbassò le spalline del vestito scoprendole il seno, e lo fece scivolare in terra.

Muovendomi nel buio, e considerando che la musica in lontananza copriva molti rumori e lui era ad altro interessato, riuscii ad arrivare a pochi metri da loro e a vedere in modo più nitido. Paola sapeva che ero lì e ogni tanto mi cercava con lo sguardo.

Lui con un movimento ora più deciso la costrinse in ginocchio, tiro fuori il cazzo e glielo fece inghiottire.
Mi faceva impazzire mia moglie in quella posizione. Lui la teneva per la nuca e muoveva ritmicamente il bacino per farla succhiare al meglio.
La fece rialzare, la appecoro' su cofano della macchina che avevano vicino, le scosto' il perizoma e con un unico movimento secco la impalo.
La scopava con foga, con movimenti sempre più duri e decisi.
La stava davvero sfondando. Il seno sbatteva violentemente avanti e indietro, strisciando con i capezzoli sul cofano.
Io non vedevo la sua espressione, ma il fatto che lo lasciasse fare implicava che le piacesse il trattamento cui la stava sottoponendo.

L'uomo non durò però a lungo. Dopo appena cinque o sei minuti le sborro' copiosamente dentro la figa.
A quel punto mi feci vedere.
Lui si spavento' molto ma mi affrettai a tranquilizzarlo.

Mia moglie era stupenda: era ancora con il busto appoggiato alla macchina, le gambe dritte e divaricate. Dalla figa in bella mostra, decisamente dilatata, usciva un rivolo di sperma, che andava a sgocciolare in terra.

Senza spostarla di un millimetro, lo tirai fuori, le sputaii sul buchetto del sedere, e la inculai in modo selvaggio, fino a riempirla pure io di sperma

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