• Pubblicata il
  • Autore: MASSIMINO
  • Categoria: Racconti gay
UNA SVELTINA COL VICINO – 2° tempo – Modena - Carbonia Iglesias Trasgressiva
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UNA SVELTINA COL VICINO – 2° tempo – Modena - Carbonia Iglesias Trasgressiva

- Ho preso dal cassetto delle posate un profilattico (ne ho dappertutto, non si sa mai) e gliel'ho dato. - Metti questo, mi raccomando. Ci siamo appena conosciuti... - Mettimelo tu... Mi sono girato e ho visto il suo cazzo dritto. Era grande e nodoso, pieno di vene in rilievo che pompavano sangue a dismisura, direi un cazzo palestrato! - Fa body building anche lui? - Qualche volta... ma adesso sbrigati, non ce la faccio più ad aspettare... Gli ho subito infilato l'Akuel, ma prima ho dato una leccatina alla cappella per gustarne il sapore. Sublime! Avete presente i wurstel di maiale alla griglia? Uguale! Mi sono rimesso a pecora con le mani sul bordo del secchiaio e ho sculettato come una escort di lusso. Rocco mi ha bloccato i fianchi e mi ha impalato lentamente ma con decisione, facendo avanti e indietro il meno possibile finchè non l'ha messo tutto dentro fino ai maroni. Poi si è fermato e ha fatto dei movimenti circolari per abituare lo sfintere al suo calibro e ha comiciato a montarmi piano, aumentando il ritmo solo quando glielo dicevo io. Era bravo e io mi sentivo benissimo, lo sentivo duro e potente, come piace a me. Gli ho chiesto di spingere più in fretta e lui non solo mi ha accontentato, ma ha anche afferrato il mio uccello, masturbandomi mentre mi inculava. Stupendo e multiorgasmico! Ha proseguito con fare sempre più animalesco a provare e a regalare piacere mordendomi il collo, fino a quando si è accorto che ho sborrato e che ho goduto anche nel culo. Solo allora si è permesso di eiaculare a sua volta. Ci siamo seduti. Iil suo sguardo era su di me, una mano era sul suo pene gommato e l'altra era sulle mie labbra. Mi ha sussurrato: - Sei straordinario... - Anche tu... Ho detto, cercando di non tremare con la voce perché i due orgasmi contemporanei mi avevano stordito un po'. Siamo rimasti abbracciati per molto tempo. Era strano, ma mi sembrava di conoscerlo da una vita. La sua nudità mi estasiava, era come se ogni mia molecola lo desiderasse. Sulla cucina, pure la caffettiera aveva eiaculato, spegnendo il fuoco e spargendo il liquido ai lati del fornello. Abbiamo parlato di me e di lui. Ho saputo che era di Locri (RC), che si occupava di costruzioni e che era venuto a dirigere un cantiere qui a Reggio Emilia. Sono rimasto perplessso, ma ormai ero stato catturato da lui, e sapevo che ci saremmo rivisti spesso. FINE

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